domenica 5 luglio 2015

OXI! GRECIA, QUEI NO CHE AIUTANO A CRESCERE DI CHECCINO ANTONINI









IL POPOLO GRECO CONSEGNA AI POPOLI EUROPEI UNA OPPORTUNITA' DI RIPRENDERE IN MANO IL PROPRIO DESTINO. I GRECI NON HANNO DATO A NESSUNO UNA DELEGA IN BIANCO; CHI SI ILLUDE CHE NEGOZIATI E TRATTATIVE, SENZA UNA LUNGA STAGIONE DI LOTTE, PORTINO A VERI RISULTATI NON AIUTA NE' LA GRECIA NE' I LAVORATORI E I POPOLI D'EUROPA. (Nostro commento)

Riportiamo l'articolo di Checchino Antonini uscito su PopOff Quotidiano:

Milioni di no al referendum in Grecia raccontano di un’altra Europa possibile. Un popolo ha bocciato l’austerity,  banchieri, Eurogruppo, xenofobia e liberismo.

OXI! Milioni di volte no alla Troika, la fontana rossa di Syntagma, la sera di luglio che si scioglie dolce nel sapore di una vittoria. Ad Atene e qui, ovunque ci sia qualcuno che resiste all’austerity, alla trappola del debito, alla violenza del neoliberismo.
Indigna un po’ l’incredibile sforzo retorico di chi, al soldo di padroni o partiti della miseria, si spertica a interpretare il voto evitando con cura di dire l’unica ragione per cui milioni di greci hanno detto che si può osare la speranza. Che la paura può essere vinta con la mobilitazione di lunga durata, con la nettezza delle parole d’ordine, con l’esercizio della democrazia, con un governo di sinistra.
Sia chiaro a tutti che hanno vinto i lavoratori e le lavoratrici della Grecia che non ne possono più di sacrifici, tagli al welfare, disoccupazione, precarietà, privatizzazione. Il futuro è tutto da scrivere in Grecia e anche qui. Ecco quello che ci insegna il risultato del referendum greco ma bisogna stare attenti agli incantatori di serpenti che da stasera ammiccheranno agli eventi greci per godere del cono di luce che ci arriva da Atene.
La vittoria è nell’onda lunga della mobilitazione popolare che ha sempre contrastato le violentissime politiche della Troika. La vittoria appartiene a chi lotta e non a ex comici milionari e razzisti, nemmeno ai renziani o a qualche ex sottosegretario del governo Letta “pentito”, meno che mai a chi ha governato e governa l’austerity “da sinistra” assieme al Pd o agli estremisti ambigui e parolai come gli stalinisti del Kke e le loro imitazioni in giro per il mondo.
E, per una volta, possiamo dire che stavolta ha vinto un po’ anche Popoff, tra i pochissimi a non credere al testa a testa tra sì e no.



giovedì 2 luglio 2015

VOLANTINO DI SOLIDARIETA' CON IL POPOLO GRECO - SI TOSCANA A SINISTRA MS



Riceviamo e pubblichiamo il volantino di Si Toscana a Sinistra Massa Carrara, scritto in occasione del presidio in solidarietà con il popolo greco che si terrà a Massa in Piazza Aranci, Venerdì 3 Luglio alle 21
 
 

 

martedì 30 giugno 2015

VOLANTINO: SOLIDARIETA' CON IL POPOLO GRECO, UN NO ALLA TROIKA



Riceviamo dal nazionale e pubblichiamo :


NO AL DIKTAT DELLA TROIKA, SOLIDARIETA' CON IL POPOLO GRECO. COMUNICATO DELLA 4° INTERNAZIONALE








Quarta Internazionale – 29 giugno 2015

L’annuncio da parte di Alexis Tsipras del referendum del prossimo 5 luglio, nel quale si chiederà agli elettori di respingere il progetto di accordo della troika è una buona notizia per il popolo greco e per tutte quelle e tutti quelli che in Europa combattono le politiche di austerità. Noi auspichiamo che il voto «NO» ai diktat europei esca massicciamente dalle urne domenica sera.
I dirigenti dell’Unione europea hanno dimostrato ancora una volta la loro volontà di farsi beffe dei diritti fondamentali del popolo greco tentando di imporre un accordo vergognoso. In più, osano dire che il governo greco ha oltrepassato la linea rossa per avere annunciato una consultazione popolare con un referendum. La sfida dei prossimi giorni in Grecia e in tutta l’Europa è cruciale. Tutte le forze del movimento operaio devono mobilitarsi in solidarietà di fronte all’attacco frontale lanciato contro il popolo greco. Per salvare le loro istituzioni reazionarie e le banche, i dirigenti europei della destra e della socialdemocrazia faranno di tutto per combattere la scelta del No da parte degli elettori greci e per tentare di costringere il governo Tsipras a capitolare o dimettersi.
 
Da sei mesi, gli obiettivi dell’UE e del FMI erano semplici: non potevano accettare che il governo greco non si piegasse alle loro esigenze, che non avesse capitolato applicando alla popolazione greca nuovi tagli sociali, una riforma delle pensioni e un aumento dell’IVA che colpisce i beni di consumo quotidiano e l’energia. Per i dirigenti europei è fuori discussione che un paese sfugga alla politica condotta dai capitalisti, dalle banche e dai governi che impongono alle popolazioni un’austerità illimitata. Per Merkel, Hollande, Lagarde e Junker era importante mostrare agli altri popoli dell’Europa che non c’è una politica alternativa, mostrare anche che, quali che siano le loro scelte elettorali nei loro rispettivi paesi, i diritti democratici si arrestano là dove inizia l’onnipotenza del sistema capitalista. Bisognava dunque fare capire al popolo greco che la scelta maggioritaria di un partito che rifiuta l’austerità può tradursi solo in una sconfitta o una capitolazione e che Tsipras dovrebbe o dimettersi o accettare un accordo vergognoso, al costo di spaccare il suo partito e allearsi con la socialdemocrazia e la destra.
 
Gli elettori greci, votando Syriza il 25 gennaio, hanno chiaramente manifestato il loro rifiuto dell’aumento della miseria e della disoccupazione che li ha colpiti dal 2010.
Un terzo della popolazione, due terzi dei pensionati vivono sotto la soglia di povertà, il 28% dei lavoratori, il 60% dei giovani sono disoccupati. È il risultato delle politiche imposte dai memorandum della troika, è a questa vita insostenibile che la popolazione greca ha voluto porre fine rifiutando i partiti che l’avevano portata a questo disastro.
Per sei mesi Tsipras ha perseguito un obiettivo impossibile: ottenere con l’UE, la BCE, il FMI un accordo che non sia sinonimo di nuove sofferenze per il popolo greco; pagare tutte le scadenze di rimborso del debito senza accrescere le politiche di austerità; rispettare gli impegni presi da Syriza verso gli elettori e quelli presi dai governi precedenti verso la troika. Il 20 febbraio, i dirigenti dell’Eurogruppo hanno creduto di avere vinto la partita quando Tsipras ha accettato un accordo che lo impegnava a nuove misure di austerità, dopo che ha dichiarato che avrebbe onorato tutte le scadenze di pagamento del debito verso la BCE e il FMI. In seguito, il governo greco ha manovrato con decisioni contraddittorie: gli impegni di ritorni al salario minimo di 750 euro e il ripristino dei contratti collettivi sono stati rimandati, la privatizzazione del porto del Pireo proseguita, ma il governo ha riaperto la ERT, la televisione pubblica greca, la cui chiusura sotto il governo Samaras aveva simboleggiato l’umiliazione imposta dalle banche europee e dall’UE. A marzo, il parlamento ha votato una legge contro la crisi umanitaria e un’altra sugli arretrati di pagamento delle imposte. Ma, di fronte alla crescente arroganza dei dirigenti europei, e tenendo conto la pressione popolare e la resistenza degli eletti e dei membri di Syriza, Tsipras non ha accettato le pretese della troika, in particolare la diminuzione delle pensioni e l’aumento dell’IVA.
 
Alla fine non è stato firmato alcun accordo tra  il governo greco e i suoi «creditori». Dopo vari negoziati abortiti, il 5 giugno, per la prima volta, il governo ha rifiutato di onorare la scadenza di pagamento di una rata di 300 milioni di euro al FMI, minacciando di non pagare la totalità delle scadenze di giugno (1,6 miliardi). La fine del mese di giugno era fissata come scadenza per il pagamento al FMI e per ottenere l’ultima rata del piano «di salvataggio», con il versamento dei 7,2 miliardi di euro, bloccata da 9 mesi dalla BCE.
 
Alla fine, Tsipras è stato indotto alla rottura per non accettare la capitolazione totale che Lagarde, Hollande, Merkel e Junker volevano imporgli.
L’annuncio del referendum è uno schiaffo in faccia ai governi e alle istituzioni dell’Unione europea. Nel novembre 2011, Sarkozy, Merkerl e Barroso avevano posto il loro veto al tentativo di Papandreu, il Primo ministro greco di allora, di organizzare un referendum per cercare di ottenere un sostegno politico alla sua capitolazione verso le pretese dell’UE. Oggi i dirigenti europei non hanno alcun mezzo per impedire una consultazione democratica che deve concludersi con un rifiuto dei nuovi diktat della troika.
 
Ora si apre un atto secondo.
In Grecia e in Europa, le forze politiche liberali di destra e di sinistra uniranno le loro forze per far sì che questo referendum non apra un nuovo corso politico in Grecia. Il governo greco era pronto a numerosi compromessi per non sopraggiungere al default e alla rottura. La Troika voleva soprattutto che l’accordo assumesse il significato politico di una capitolazione della Grecia davanti ai suoi creditori. La dinamica dei prossimi giorni può aprire un’altra via, quelle della rottura con le esigenze della Troika, la fine del pagamento del debito, quella dell’impegno radicale in direzione di una politica alternativa, di applicazione del programma grazie al quale Syriza è diventata maggioritaria. Questo, tuttavia, necessiterà di una larga mobilitazione unitaria delle forze del movimento operaio greco al fine di bloccare rapidamente i tentativi di sabotaggio che sono già cominciati. La pressione sul governo e il sistema bancario greco si accentuerà alla vigilia del referendum. Già, in questi ultimi giorni, il direttore della Banca centrale greca, già ministro di Samaras, ha fatto uscire un rapporto allarmistico con il solo obiettivo di accentuare la fuga dei capitali delle banche greche, mentre dal novembre 2014 al marzo 2015, più di 30 miliardi di euro sono già stati ritirati e che il montante complessivo delle grandi fortune, stimate oggi a più di 400 miliardi, è piazzata all’estero. Anche se non parla mai di nazionalizzazione del sistema bancario, il governo ha instaurato il controllo dei capitali.
La commissione d’Audit sul debito greco, incaricata dal Parlamento, ha reso pubblico il suo rapporto il 18 giugno, dimostrando il carattere illegittimo e odioso di questo debito insostenibile, evidenziando che meno del 10% dei prestiti di “salvataggio” sono andati alle spese correnti e che l’essenziale è servita alle banche tedesche e francesi a disimpegnarsi dai loro crediti contratti gli anni precedenti. 49 deputati di Syriza, a seguito di questo rapporto, si sono pronunciati a favore di un dibattito parlamentare per giungere al ripudio di gran parte di questo debito odioso e illegittimo. Nei prossimi giorni la posta in gioco sarà cruciale per la popolazione greca, per tutti quelle e quelli che in Europa subiscono l’austerità.
Dobbiamo costruire in tutta l’Europa un fronte di solidarietà con il popolo greco. Tutti i nostri colpi devono essere diretti contro i dirigenti dell’Unione europea e dei suoi governi che, con un senso acuto degli interessi dei capitalisti, temono che il popolo greco  sconfessi le loro politiche di disprezzo e di austerità, che sia un esempio per tutte le popolazioni lavoratrici dell’Unione europea. Temono anche che questo contesto si traduca in una ripresa della mobilitazione popolare in Grecia che renda ancora più difficili le manovre per ottenere o uno strangolamento del governo Tsipras o il suo rovesciamento. Come i recenti successi di Podemos nello Stato spagnolo, con l’elezione di sindaci anti austerità in molte delle principali città del paese, la situazione greca dimostra che l’esasperazione sociale può trovare in Europa una risposta politica diversa dalle ignobili soluzioni xenofobe e fasciste portate dall’estrema destra europea.
 
Per un NO massiccio alle pretese della troika domenica prossima.
Tutte e tutti al fianco del popolo greco!
 
29 giugno 2015
Segretariato dell’Ufficio esecutivo della IV Internazionale.

venerdì 29 maggio 2015

COMUNICATO DI GIULIO MARCHI (PRC) E ILDO FUSANI (SINISTRA ANTICAPITALISTA) A SOSTEGNO DELLE CANDIDATURE DI DANIELE ORSINI E VANESSA BOTTI-LISTA SI TOSCANA A SINISTRA






Comunicato congiunto di Giulio Marchi*  (Rifondazione Comunista) e Ildo Fusani* (Sinistra Anticapitalista), a sostegno delle candidature di Daniele Orsini e Vanessa Botti nella lista SI’ TOSCANA A SINISTRA/Tommaso Fattori Presidente.
Il documento costituisce un primo passaggio di un percorso ambizioso che, nei prossimi mesi, viene proposto a quanti vogliono impegnarsi, a Carrara, per la riappropriazione del marmo e dei beni comuni da parte dei cittadini e contro il progressivo smantellamento dello stato sociale.
 
 
L’alleanza Renzi-Rossi sancisce una volta per tutte il chiudersi  di una fase che ancora vedeva in Toscana il  tentativo di coniugare le politiche dell’austerity con il parziale mantenimento delle conquiste sociali che il movimento operaio e le lotte della sinistra avevano acquisito nel corso degli ultimi cinquant’anni.
L’esito di questa fase, testimoniato   dalle più recenti scelte del Presidente Enrico Rossi e della sua maggioranza, è stato quello di una completa omologazione politica e culturale alle scelte nazionali ed europee
Di fronte ad una politica sempre più subalterna alla grande finanza, occorre ribaltare le priorità, tornando al primato di una politica che sia capace di svolgere una funzione di riequilibrio tra forti e deboli, tra l’interesse individuale e quello generale.
La presentazione della lista “SI’ Toscana a Sinistra” e la candidatura di Tommaso Fattori alla Presidenza della Regione costituiscono un primo passo nella costruzione di una nuova e duratura esperienza politica che, erede della migliore tradizione della sinistra, possa e sappia confrontarsi con i problemi epocali che investono l’intera società e che colpiscono i settori più deboli e indifesi.
Inoltre, a livello locale, la marea restauratrice che cerca di nascondersi dietro la maschera riformista, sta ormai condizionando le amministrazioni locali al punto per cui anche la semplice difesa delle conquiste sociali e civili più elementari, richiede una esplicita politica di contrasto delle politiche centrali, direttamente mutuate dalla BCE e dal FMI.
Queste politiche mirano, tra l’altro, ad indebolire la democrazia rendendo sempre meno credibile l’istituto della rappresentanza, mortificandone credibilità ed autorevolezza, a partire dalle scelte d’area vasta che svuotano di sostanza l’idea stessa di autonomia locale, sottraendo ai comuni non solo la gestione diretta di servizi e risorse fondamentali, ma anche effettive possibilità di controllo.
A Carrara, in particolare, il Partito della Rifondazione Comunista e Sinistra Anticapitalista che per ricostruire una prospettiva di rinascita per la città di Carrara e ristabilire un legame di fiducia tra il Comune e la popolazione, a queste tematiche di carattere generale debba aggiungersi il tema di un corretto rapporto della città con la risorsa marmo e con la montagna che la custodisce.
Le Apuane e, in particolare, la montagna carrarese con i loro giacimenti marmiferi costituiscono un ambito territoriale, paesaggistico ed economico che richiede un progetto globale, finalizzato alla valorizzazione delle sue ricchezze naturali e dei saperi delle sue popolazioni, attraverso un processo partecipativo di cittadinanza che superi l’attuale e insostenibile sfruttamento della montagna e del bene comune che favorisce soltanto una ristretta cerchia di imprese monopolistiche del marmo e del carbonato di calcio.
La piena e completa acquisizione dei giacimenti marmiferi al patrimonio pubblico indisponibile  e la gestione diretta  di una parte del marmo, da destinare alle  produzioni più innovative e alle lavorazioni artistiche, costituiscono i principali strumenti per una radicale riconversione del modello di sviluppo locale.
Proprietà pubblica e controllo pubblico della risorsa,  partecipazione attiva della cittadinanza alla gestione del bene comune, tutela e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio costituiscono gli assi su cui Sinistra Anticapitalista e Rifondazione Comunista intendono confrontarsi assieme a quanti  si battono, anche a Carrara, per la riappropriazione dei beni comuni da parte dei cittadini e contro il progressivo smantellamento dello stato sociale.
La comune partecipazione alla lista “SI’ Toscana a Sinistra”, il sostegno a Tommaso Fattori e la presentazione nel collegio di Massa-Carrara dei nostri due candidati, Daniele Orsini e Vanessa Botti, costituiscono un primo passaggio di un percorso di confronto ambizioso che, nei prossimi mesi, intendiamo condividere con quanti si riconoscono in queste premesse.
  
*Giulio Marchi è segretario della federazione di Massa-Carrara del PRC
 
*Ildo Fusani è componente del Coordinamento Nazionale di Sinistra Anticapitalista

lunedì 4 maggio 2015

COMUNICATO: SCIOPERO DELLA SCUOLA, NON E' CHE UN'INIZIO




 
 
Dal nazionale:
 
Sciopero della scuola:
non è che un inizio
 
 
 
 
Finalmente le principali organizzazioni sindacali della scuola si sono decise a indire uno
sciopero contro il progetto del governo Renzi sulla scuola. Per trovare nella storia
 
recente uno sciopero indetto dalla FLC Cgil si deve tornare indietro all’autunno 2012,
quando il ministro Profumo aveva proposto l’aumento dell’orario di cattedra dei docenti a
parità di stipendio, proposta bocciata dalle mobilitazioni di lavoratori e studenti.
Il fronte dello sciopero si è subito allargato visto che alcune delle sigle (Cub,
 
Autoconvocati della scuola) che avevano promosso lo sciopero del 24 aprile hanno aderito
anche a questa seconda giornata di mobilitazione così il governo Renzi è riuscito a creare
un fronte paragonabile solo a quello che si era posto di traverso ai tagli del governo
Berlusconi e della ministra Gelmini (ma in quella occasione Cisl, Uil e Snals si erano
subito sfilati in cambio di qualche promessa sugli scatti di anzianità).
La retorica della “buona scuola” si è sgretolata di fronte all’iniziativa unitaria dei
 
sindacati e alle mobilitazioni dei lavoratori e degli studenti: la ministra non può partecipare
a dibattiti pubblici senza subire le contestazioni dei presenti, le prove Invalsi sono state
spostate nelle scuole primarie al 6 e 7 maggio (erano previste il 5 e il 6), con un
comportamento palesemente antisindacale, che non ottiene altro effetto che quello di
rafforzare l’opposizione di massa alla linea del governo sulla scuola. Renzi allora ha
giocato la carta della divisione tra i precari e i lavoratori a tempo indeterminato nella
scuola, minacciando di non assumere i 100mila insegnanti previsti dal ddl. Tuttavia molti
 
 
precari si sono resi conto dell’inganno e non sono disponibili a sottostare al ricatto.
 
Il governo ha dovuto concedere da subito delle aperture ad alcuni emendamenti al suo
progetto originario, che tuttavia lasciano in piedi le idee fondamentali: aziendalizzazione
delle scuole, attacco al principio della libertà di insegnamento attraverso lo strapotere che
viene consegnato ai dirigenti scolastici, dipendenza delle scuole dai finanziamenti privati e
aumento degli incentivi fiscali per le famiglie che inscrivono i figli alle scuole private,
azzeramento degli organi collegiali e democratici della scuola, studenti che diventano
clienti indirizzati verso il lavoro gratuito.
Nonostante le posizioni dei vertici sindacali – che sembrano orientati ad un intervento di
tipo emendativo del ddl sulla scuola – la consapevolezza che il progetto del governo è
 
 
inemendabile e vada semplicemente ritirato è diffusa tra i lavoratori e gli studenti.
 
La lotta contro il governo sulla scuola è solo all’inizio! E’ necessario andare avanti fino al
 
 
ritiro del ddl dalla discussione parlamentare.
 
Altre iniziative sono già state programmate: la giornata nazionale della dignità e
dell’orgoglio della scuola pubblica il 9 maggio, il boicottaggio della conclusione
normale dell’anno scolastico, a partire dall’adozione dei libri di testo fino al blocco degli
 
scrutini finali.
Per vincere è necessario condurre la lotta in modo unitario con tutti gli altri
lavoratori e lavoratrici, che sono colpiti in quanto privati di un diritto fondamentale
che è quello all’istruzione pubblica, gratuita e di qualità per i loro figli; con gli
studenti e le studentesse, che potrebbero riaprire insieme agli insegnanti una
primavera di lotta in difesa della scuola pubblica.
SINISTRA ANTICAPITALISTA
www.anticapitalista.org
 
 
 
 

COMUNICATO: DOPO IL PRIMO MAGGIO A MILANO

 
 
 
 
 
 
Comunicato del esecutivo nazionale di Sinistra Anticapitalista:
 
Il fatto che il Primo Maggio...
 
Il fatto che il Primo Maggio, a Milano, qualche vetrina sia stata infranta non potrà oscurare che EXPO 2015 rappresenta la forma più alta di devastazione capitalista del territorio, inaugurando la tecnica del “costruisci e abbandona”, erede dell'arcaica agricoltura “taglia e brucia”, con la differenza che le ceneri neppure saranno feconde.
 
Il fatto che il Primo Maggio, a Milano, qualche auto sia stata bruciata non potrà nascondere che le ingenti somme spese per organizzare EXPO 2015 sono state un saccheggio di risorse pubbliche a vantaggio di profitti privati, e ancora più lo saranno, dal prossimo autunno, i debiti cumulati della sua gestione e del deprezzamento dei terreni.
 
Il fatto che il Primo Maggio, a Milano, una parte minoritaria della grande manifestazione No Expo abbia intrapreso una gara di jogging con le forze dell'ordine non potrà occultare che un numero crescente di lavoratori e lavoratrici acquista coscienza dell'oltraggio ai propri diritti e al proprio salario di cui il lavoro gratuito per EXPO 2015 è la sintesi estrema e il Jobs Act la sua ultima forma compiuta.
 
Il fatto che il Primo Maggio, a Milano, televisioni e stampa abbiano trovato la sceneggiatura che volevano, e solo di quella abbiano parlato, non potrà impedire di vedere che la resistenza all'intensificazione in tutto il pianeta dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo è un atto dovuto per chi, come noi, continua a pensare che esista una classe sociale oppressa e una classe sociale di sfruttatori.
 
Sinistra anticapitalista ha partecipato, senza se e senza ma, alla grande e bella manifestazione No Expo del Primo Maggio a Milano, assieme allo spezzone de L'Altra Europa con Tsipras e negli spezzoni sindacali.
 
Il movimento No Expo e tutti i movimenti sociali dovrebbero aprire una discussione, nelle prossime settimane, sulle forme di gestione dello stare in piazza, un aspetto del più ampio problema della democrazia decisionale all'interno dei movimenti sociali. Le modalità con cui si manifesta dovrebbero essere in ogni momento quelle politicamente più utili e costruttive e le decisioni che il movimento assume non dovrebbero essere fagocitate in modo antidemocratico, e coercitivo, com'è in effetti avvenuto, da chi decide di mettere in scena pantomime violente.
Questa discussione, che i movimenti dovrebbero aprire, non riguarda però i moralisti benpensanti, i sindaci, i manager al servizio delle multinazionali, i prefetti, i questori che sono parte integrante dell'avversario di classe contro cui noi, al fianco dei movimenti sociali, combattiamo.

Sinistra anticapitalista

 
 


sabato 2 maggio 2015

INIZIATIVA ELETTORALE CON TOMMASO FATTORI "MARMO E APUANE, PROPOSTE PER NUOVI STRUMENTI NORMATIVI" - ARCI MS



Riceviamo da ARCI Massa Carrara e pubblichiamo:


ARCI Massa Carrara organizza un incontro elettorale sul tema "MARMO E APUANE proposte per nuovi strumenti normativi", Giovedì 7 Maggio 2015 alle 17.30, c/o la Sala Amendola in Via Marina 2 ad Avenza - Carrara (MS)

Tommaso Fattori, candidato a Presidente della Regione per la lista SI - Toscana a Sinistra ha chiesto un incontro ad Arci Massa-Carrara per presentare le sue idee. Come "casa comune delle sinistre" ben volentieri lo incontriamo giovedì 7 maggio alle ore 17.30 c/o la Sala Amendola in Via Marina 2 ad Avenza, Carrara (MS), proponendogli di confrontarci su un tema su cui l'Associazione, attraverso i nostri soci e circoli, è fortemente impegnata. Per le ricadute ambientali, culturali e sociali che ha sul nostro territorio. Anche l'ultima alluvione a Carrara ha dimostrato, infatti, che il dissesto idrogeologico ed il rischio idraulico sono strettamente dipendenti anche dall'escavazione selvaggia e dalla devastazione delle Alpi Apuane. Abbiamo chiesto ai consiglieri comunali Claudia Bienaimè e Giuseppe Scattina, impegnati in prima persona per una diversa regolamentazione della materia, a livello comunale e non solo, di partecipare all'incontro. Sia per l'indipendenza delle loro posizioni che per la loro competenza.
 
 
 


COMUNICATO SI TOSCANA A SINISTRA MS: "NO ALLA BUONA SCUOLA DI RENZI, SOSTENIAMO LO SCIOPERO UNITARIO DELLA SCUOLA DEL 5 MAGGIO






Riceviamo e pubblichiamo:


Si Toscana a Sinistra: contro “La Buona Scuola” di Renzi, sosteniamo lo sciopero unitario della scuola del 5 Maggio


I candidati della lista "Sì, Toscana a Sinistra" esprimono la propria solidarietà e vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori che nei prossimi giorni sciopereranno contro il modello di istruzione proposto dal DDL "La Buona Scuola", inaccettabile nella sua filosofia complessiva e che espelle , di fatto, 200.000 precari , inserendosi in un chiaro progetto di smantellamento dell'educazione pubblica.
 
Inoltre, si continua a favorire l'istruzione privata con il sistema degli sgravi fiscali per famiglie e aziende ( school bonus) .
Anche la Regione Toscana, considerata la destinazione di finanziamenti alle scuole private negli ultimi bilanci , ha deciso di andare in questa direzione ; è nostra intenzione invertire questa tendenza poiché, con l'attivazione del sistema pubblico/privato per estendere l'offerta a tutti i cittadini si arriva, in realtà, a depauperare la qualità dei servizi educativi, dilapidando anni di lavoro pedagogico di eccellenza del “modello toscano” , riconosciuto anche a livello internazionale.
   
La scuola pubblica , da sempre basata su accoglienza, democrazia, collaborazione e partecipazione non deve essere tramutata in una azienda; servono, invece, massicci investimenti e provvedimenti alternativi, come quelli contenuti nella LIP ( Legge di Inziativa Popolare ) .




mercoledì 29 aprile 2015

INIZIATIVA COLLETTIVO SOS MASSA CARRARA: LA SANITA' DEL FARAONE







LA SANITA' DEL FARAONE

  Verso la nuova organizzazione burocratica e piramidale della Sanità toscana.
Assemblea e dibattito:
- La nuova legge 28/2015: Accorpamento delle ASL e Sanità piramidale...

- Nuovi modelli di organizzazione del lavoro: dall'Ospedale per intensità di cure alla Sanità Low-cost
- N.O.A. e Sanità territoriale

Organizza Collettivo SOS

giovedì 9 aprile 2015

SINISTRA ANTICAPITALISTA PARTECIPA ATTIVAMENTE ALLE ELEZIONI REGIONALI TOSCANE NELLA LISTA UNITARIA "SI TOSCANA A SINISTRA"








Le elezioni regionali sono una grande occasione per connettere la Toscana al percorso di netta alternatività alle politiche di austerity e neo liberiste, che nella nostra regione hanno il volto in primis del PD di Matteo Renzi e Enrico Rossi.

E' per questo motivo che Sinistra Anticapitalista ha deciso di partecipare al percorso di costruzione della lista unitaria di sinistra alternativa “SI Toscana a Sinistra”, assieme ad altre forze politiche a sinistra del PD e a varie esperienze di cittadinanza presenti sul territorio regionale, percorso giunto ad una conclusione positiva.


Parteciperemo attivamente con nostri candidati alla competizione elettorale all'interno della lista unitaria “SI Toscana a Sinistra” e contribuiremo alla campagna elettorale, il cui candidato presidente sarà Tommaso Fattori.
 
Per una presentazione della lista regionale, Venerdì 10 Aprile Fattori , assieme ai candidati locali, sarà alle 13 davanti ai cantieri navali di NCA di Marina di Carrara, alle 17 nelle Stanze del Teatro Guglielmi a Massa, in serata in Lunigiana per un'iniziativa sui problemi del territorio.
 
A seguire il comunicato della lista "SI Toscana" per la presentazione della candidatura di Tommaso Fattori:
 
 
 
"Sì Toscana a Sinistra" per Tommaso Fattori Presidente
Elezioni Regionali Toscana _ 31 maggio 2015

Noi scommettiamo sul desiderio di una nuova felicità collettiva, sull'energia che genera, sulla volontà di riscatto che può nascere dalla crisi, sul bisogno di un mondo non mercificato. Noi scommettiamo sulla Toscana che ama e conosce la sua terra. Noi scommettiamo su quella cultura del territorio che genera saperi, accoglienza, produzione, lavoro, agricoltura, stili di vita, ambientalismo, cura del proprio mondo, degli altri, di sé. Noi scommettiamo sulla Toscana che resiste e che esiste come alternativa alle devastazioni del neoliberismo e del renzismo . Le politiche europee di austerità colpiscono regioni ed enti locali. Diritti e servizi essenziali – salute, istruzione, casa, acqua, terra, lavoro – vengono privatizzati, ridotti a merce e fonte di profitto per pochi, cancellati per tutti. Si vorrebbe ridurre la società ad un deserto di individui incattiviti e competitivi: un deserto privo di relazioni associative e corpi intermedi, su cui si edifica il successo commerciale di un-uomo-solo-al-comando. Un deserto in cui si compete per un lavoro part-time, mal retribuito e senza diritti. Ormai è chiaro che per salvare l'Italia e la nostra Regione occorre cambiare l'Europa. E per cambiare l’Europa occorre partire dalla nostra Regione e dall’Italia. Nessuno si salva da solo, possiamo farlo insieme. Perciò ci rivolgiamo a tutte le persone, ai comitati, alle associazioni che rappresentano e mobilitano la Toscana migliore:
 
  • a chi difende la terra, l'agricoltura, l'ambiente dal partito del cemento, degli affari, delle grandi opere;
  • a chi nella sanità, nell'università, nella scuola costruisce ogni giorno una dimensione di condivisione e di cura;
  • a chi lavora e a chi cerca il lavoro, e nel lavoro non la riduzione di sé stesso a merce usa e getta, ma la radice della sua appartenenza alla comunità politica: la sua dignità;
  • a chi crede nella nostra Costituzione antifascista;
  • a chi crede nell’universalità dei diritti, nell’uguaglianza, nella parità tra uomini e donne;
  • a chi crede ancora che fare politica significhi dare una speranza a tutte e tutti;
  • a chi vuole rinnovare radicalmente le forme stesse della nostra democrazia.
  •  
Noi ci impegniamo in questo rinnovamento. E fin da subito sperimentiamo una nuova modalità di proposta delle candidature e di gestione delle liste dei candidati per le prossime elezioni regionali, che dovranno essere la prima manifestazione di un progetto comune largo e coinvolgente, non una procedura di classica spartizione fra ceti dirigenti. Ci sono una Toscana, un'Italia e un'Europa maggioritarie, che mancano di uno spazio in cui incontrarsi e riconoscersi: si tratta di provare a iniziare una nuova storia. Ci sono una Toscana, un'Italia e un'Europa maggioritarie che non si arrendono all’impotenza, alla solitudine, al rancore, ma combattono per una società dell'uguaglianza, perché una società equa è una società gioiosa. Vogliamo la giustizia ed anche la felicità: una Toscana, un’Italia, un’Europa giuste e felici. E vogliamo vincere, insieme, per cambiare le nostre vite.
 
CANDIDATI "Sì Toscana a Sinistra" CIRC. MASSA CARRARA

  • Vanessa BOTTI
  • Maria Chiara BONTEMPI
  • Daniele ORSINI
  • Loreno VIVOLI
 
 
 
 
 
 
 
 













mercoledì 18 marzo 2015

SINISTRA ANTICAPITALISTA RIBADISCE CHE LA NUOVA LEGGE SUL MARMO PRODURRA' DANNI GRAVISSIMI ALLA CITTA'



Comunicato stampa di risposta alla Capogruppo in Consiglio Comunale del PD Roberta Crudeli.





C.s. “Di fantomatico c'è solo l'ignoranza della Crudeli in materia di marmo”
 
Sinistra Anticapitalista ribadisce che la nuova legge regionale produrrà danni gravissimi alla città.


E' sufficiente prendere la dichiarazione di Roberta Crudeli sulla tassazione che il regolamento della giunta Fazzi Contigli avrebbe dovuto applicare sul carbonato di calcio per capire quanto la capogruppo del PD ed il suo partito non sappiano di cosa parlano quando parlano di marmo.

Ai tempi dell'approvazione del regolamento della giunta Fazzi Contigli non esisteva, infatti, una legge che permettesse di tassare i sassi – come secondo la Crudeli si sarebbe dovuto fare - e quindi ogni azione in tal senso avrebbe esposto l'Amministrazione a ricorsi ed incertezza delle entrate.

Ma d'altronde la strada dei ricorsi e dell'incertezza è quella che hanno scelto con costanza il centrosinistra ed il PD nell'approvare la legge regionale che condurrà al disastro le finanze di Carrara, destinate ad essere oggetto della azione di difesa dei propri privilegi da parte degli industriali del marmo.

E mentre ai tempi della Fazzi Contigli non c'era ancora la possibilità giuridica di ottenere dal marmo quanto è dovuto alla città, oggi questa è una scelta che non ha alcuna giustificazione di fronte ad un quadro normativo che sarebbe chiarissimo se non ci fosse la volontà di inquinarlo da parte di chi guarda al futuro...riportandoci al 1731 !

Tali scelte dunque non possono che essere la dimostrazione di come il PD sia incompetente o complice degli industriali del marmo – o entrambe le cose – sul tema della regolamentazione delle cave.

I militanti di Sinistra Anticapitalista, invece, non hanno nulla di fantomatico nel sostenere le posizioni che da anni portano avanti a tutela degli interessi della città, esponendosi sempre in prima persona.
Non fosse altro per non lasciare in mano una questione così cruciale a chi non conoscendo la storia ha idee confuse sul futuro.
 

lunedì 16 marzo 2015

COMUNICATO: ENRICO ROSSI SULLE CAVE E' INCOMPETENTE O COMPLICE ?



 
 
 

Comunicato stampa : Enrico Rossi sulle cave è incompetente o complice ?
 
Il Presidente Enrico Rossi conduce al naufragio 20 anni di lavoro per la riappropriazione delle cave di Massa e di Carrara da parte della comunità locale e, come il comandante Schettino, è convinto di compiere una prodezza, mentre nei fatti realizza un gigantesco disastro.
Allora non può che valere per lui la stessa domanda che nel novembre scorso Rossi rivolse ai responsabili dell'ennesima alluvione carrarese: Rossi sulle cave è incompetente o è complice degli industriali del marmo ?
Perchè è evidente a tutti già in queste ore che il “bluff” di Rossi, pensato ad hoc per la competizione elettoralistica, durerà lo spazio di pochi mesi, mentre i danni - pesantissimi  – segneranno per i prossimi anni le possibilità di sviluppo per la collettività locale. Anni in cui grazie a questa legge insensata i padroni del marmo potranno finalmente brindare ad una lunga stagione di pieno dominio e di rinnovata e rafforzata arroganza.
Esisteva (ed esiste), come tutti sanno, una via maestra prevista dalla Costituzione che consentirebbe alle Regioni di disporre pienamente delle risorse del sottosuolo e togliere ogni possibile arma per i ricorsi ai padroni: iscrivere l’estrazione del marmo nella categoria delle miniere anziché in quella delle cave e qualsiasi dubbio sulla proprietà del materiale lapideo cesserebbe senza discussione.
Si è preferito, invece, aprire le porte ad un contenzioso sui poteri di una Duchessa, nel 1751, ben sapendo che nessun giudice vorrà (ma forse non potrà) metter in discussione usurpazioni proprietarie vecchie di tre secoli; perché ciò equivarrebbe a mettere in discussione buona parte delle proprietà fondiarie dell’intera Europa.
Si è preferito applicare una contribuzione regionale alle coltivazioni di cava che è il doppio del canone concessorio (tre volte inferiore al valore di mercato);  come dire che si vorrebbe applicare una tassa sulla casa  corrispondente al doppio del canone di locazione !!
Si è finto di voler favorire la lavorazione del marmo in loco ben sapendo che la norma adottata cozza con le norme europee e nazionali sulla libera circolazione delle merci.
Non c'è dubbio, putroppo, che la Corte Costituzionale, la Magistratura amministrativa e quella tributaria, la Corte di Giustizia Europea costituiranno, quindi, la scogliera contro cui andrà ad infrangersi questo impianto normativo insensato.
Ed alla fine che si tratti di arrogante incompetenza o di collusione con il padronato il risultato per la collettività sarà lo stesso: un disastro economico, ambientale e sociale. 
Vanno fermati!
                                                                                                             
 

giovedì 12 marzo 2015

MELFI (PZ), LA LOTTA CONTRO L'INTENSIFICAZIONE DELLO SFRUTTAMENTO






Riprendiamo questo interessante articolo dal sito nazionale:

Il 5 marzo la Fiat-Chrysler di Marchionne ha sottoscritto un accordo (peraltro compilato sotto la dettatura dell’azienda) con i soliti sindacati collaborazionisti (Fim, Uilm, Fismic, Ugl) con il quale i turni settimanali della fabbrica SATA di Melfi vengono portati a 20, intensificando ulteriormente lo sfruttamento dei 7.000 lavoratori vessati da un’organizzazione del lavoro già estremamente stressante.
 
Si dovrà lavorare alla catena, dunque, anche il sabato e la domenica, in cambio di una misera gratifica di poche decine di euro. Si lavorerà a ritmo continuo per circa 160 delle 168 ore della settimana fermando macchine e uomini solo la domenica mattina (dedicata alla manutenzione).
 
Basti pensare che i ritmi saranno questi: ad esempio per un operaio che ha fatto il mattino per sei giorni e finisce il turno il sabato alle 14 dovrà passare al turno di notte riprendendo il lavoro alle 22 di domenica e fare sei notti smontando all’alba del sabato successivo.
La “turnistica” sarà molto complessa e funzionerà così: 4 giorni di lavoro la prima settimana, 6 giorni la successiva, 4 giorni (usando i permessi) la terza settimana; 5 giorni la quarta con una domenica. Niente week end ma tre giorni di riposo consecutivi due volte al mese.
 
Con questo sistema Marchionne riuscirà ad incrementare la produzione di oltre il 15%. A regime dovrebbero essere prodotte circa 300.000 vetture l’anno. Grazie a questa nuova organizzazione del lavoro, la FCA intende produrre a Melfi la Jeep Renegade, quella di cui sono zeppe le pause pubblicitarie di tutte le Tv, con un arrogante spot tutto in inglese.
 
I sindacati gialli cantano vittoria perché millantano il risultato della assunzione “stabile” di un migliaio di lavoratori interinali con cui la FCA sottoscriverà contratti “a tutele crescenti” (in base alle norme del Jobs Act), contratti che, anche se sembra paradossale, renderanno questi lavoratori ancor più precari e ricattabili da parte dell’azienda. Peraltro di fronte ai nuovi ritmi di lavoro sono numerosi i giovani lavoratori che non riescono a tenere il passo e che rinunciano e si dimettono. E il paradosso non finisce qua. Mentre a Melfi i lavoratori vengono costretti a ritmi e a orari di lavoro crescenti, sono migliaia le persone in cerca di lavoro in una provincia come quella di Potenza che ha un tasso di disoccupazione più alto della media nazionale.
 
I lavoratori SATA, nei giorni scorsi, nel corso delle assemblee, hanno respinto l’accordo, ritenendo inaccettabile l’incremento dei ritmi in una fabbrica che già vanta livelli di sfruttamento record.
 
Un fatto incontrovertibile (il plebiscito contro l’accordo è stato testimoniato anche dai giornalisti che hanno assistito alle assemblee), ma nessuno sembra farsi carico del problema.
 
Naturalmente né i sindacato firmatari, né tantomeno l’azienda ritengono rilevante questo dato. Ma anche la Fiom, che pure non ha sottoscritto l’accordo (non era ammessa alla trattativa, secondo il personale codice sindacale dettato da Marchionne) e lo ha criticato, si è dissociata dall’azione di sciopero indetta da un certo numero di delegati. Non va trascurato che molti di questi delegati sono iscritti al sindacato di Landini, alcuni sono stati protagonisti della lotta “dei 21 giorni” del 2004, altri sono noti anche per essere stati tre anni fa oggetto di un licenziamento per rappresaglia poi annullato dal giudice.
 
Questi delegati stanno comunque scioperando contro il lavoro festivo ogni sabato e domenica. Per sabato prossimo (il 14 marzo) è stato organizzato un presidio in sostegno dell’azione di sciopero di delegati e operai.
 
Sinistra Anticapitalista sostiene e partecipa al presidio. La lotta degli operai e delle operaie di Melfi è la lotta di tutte/i noi.

martedì 10 marzo 2015

FOTO INIZIATIVA CON VICTOR VALDES DI PODEMOS




Le foto sono scaricate dal sito di "Una città in comune" di Pisa.


Lunedì 9 marzo  presso l’Auditorium del centro polifunzionale “A. Maccarrone” di Pisa si è svolto un incontro con il dirigente di Podemos Victor Valdés, studente universitario nella capitale spagnola e attivista nei movimenti,  sia studenteschi che  sociali  ;il 
tema della serata, denominata " Dalla Spagna all’Italia passando per la Grecia, insorgenze contro l’austerity: costruire una risposta continentale per cancellare il debito e rovesciare la troika, partendo dalla mobilitazione dei cittadini e dall’auto-organizzazione sociale” è stato affrontato anche da Tommaso Fattori (direttore di Transform! Italia) , Ciccio Auletta ( Una Città In Comune ), Andrea Corti ( Partito della Rifondazione Comunista ) e Ildo Fusani ( Sinistra Anticapitalista).
 
Numerose sono state le presenze in platea ; il dibattito, seguito dal pubblico con attenzione,  ha interessato anche argomenti come la democrazia partecipativa e la  realizzazione di modelli possibili per una società alternativa alla cultura liberista.

A seguire alcune foto dell'iniziativa:

 
 
 



















sabato 7 marzo 2015

VOLANTINO TOUR SYRIZA E PODEMOS









SOTIRIS MARTALIS



è membro del Comitato Centrale di Syriza. È tra gli animatori di DEA (Sinistra Operaia Internazionalista), organizzazione che fa parte della Piattaforma di Sinistra di Syriza che all’ultimo congresso rappresentava il 35% dei delegati.
 
 
 
Sotiris Martalis (nella foto) è anche dirigente di Adedy, il maggior sindacato dei dipendenti pubblici in Grecia e fa parte del comitato esecutivo di META (Schieramento di Classe e di Lotta degli Operai e degli Impiegati), un’unione di sindacalisti che sostengono le politiche di Syriza nei sindacati.
 
 

 

 

 

VICTOR VALDÉS

 
è studente di filosofia all’Universidad Complutense di Madrid; ha 23 anni. Attivista in diversi movimenti sociali e studenteschi in particolar modo a partire dall’irruzione del 15M. Ha partecipato a diverse iniziative internazionali come Agorà99 (un incontro di reti e movimenti sociali di tutta Europa per parlare di debito, diritti e democrazia a livello europeo che si è tenuto a Madrid dal 1 al 4 novembre 2012) e diversi Forum sulla precarietà e la disoccupazione in giro per i diversi paesi.
 
 
 

Victor Valdés (nella foto) è militante di Podemos a Madrid, nella tendenza di sinistra Anticapitalistas. In Podemos ha ruoli di direzione: è uno dei responsabili del gruppo di lavoro sulle reti sociali.