mercoledì 25 febbraio 2015

NO ALLE IMPOSIZIONI AL POPOLO E AL GOVERNO GRECI


Comunicato stampa del esecutivo nazionale di Sinistra Anticapitalista:


 
 
 
L’accordo imposto dall’eurogruppo al governo greco nei giorni scorsi, usando ogni sorta di ricatto e di condizionamento, prolunga il “programma di aiuto”, con tutto quello che ha significato per la Grecia negli anni passati, e impone al governo greco la rinuncia a qualsiasi misura unilaterale che abbia un impatto negativo sul bilancio e non concordata con i creditori, mettendo quindi seriamente a rischio l’attuazione del programma economico e sociale con cui Syriza ha vinto le elezioni del 25 gennaio.

Inoltre il governo greco si impegna ad un rimborso integrale del debito e nei tempi dettati dagli accordi stipulati dai governi ellenici precedenti.

Nelle prossime ore conosceremo i contenuti della lettera di intenti con cui Atene definisce i propri impegni e capiremo meglio in che misura si mantiene la tutela della Trojka, in che misura restino i “memorandum”, forse troppo frettolosamente dichiarati morti solo poche settimane fa.

Non spetta a noi dare un giudizio completo e definitivo, da lontano, su un “accordo” di cui non sono ancora chiari tutti gli elementi, ma non possiamo ignorare le importanti e dure prese di posizione che ampi settori della sinistra greca e della stessa Syriza hanno espresso dopo le notizie giunte da Bruxelles. Le dichiarazioni del vecchio partigiano, e oggi eurodeputato di Syriza, Manolis Glézos, che arriva perfino a chiedere scusa al popolo per gli impegni traditi dal governo, ma anche le critiche esplicite dei ministri e dei dirigenti appartenenti alla “piattaforma di sinistra” di Syriza, indicano che lo spirito del 25 gennaio non può essere spento tanto facilmente.

E’ importante dunque capire quanto queste prese di posizione critiche siano capaci di collegarsi a una ripresa delle mobilitazioni di massa, nel mondo del lavoro, nelle scuole e nelle università, nei quartieri. Significativo a questo proposito è il decreto governativo con il quale vengono disarmati i reparti “antisommossa” della polizia. Ciò significa che il contesto nel quale le mobilitazioni possono svilupparsi sarà migliore.

Sinistra Anticapitalista denuncia l’atteggiamento di Renzi, di Padoan e di tutto il governo italiano, pienamente allineati con tutta la UE nello stangolamento del popolo greco e del suo governo. Chiediamo che l’intero debito pubblico greco venga annullato, in primo luogo la parte detenuta dalle banche italiane.

Nel nostro paese, la manifestazione del 14 febbraio è stata un primo passo, ma occorre che la mobilitazione di solidarietà con la Grecia continui e si allarghi nonostante e al di là degli accordi di Bruxelles.

Ma soprattutto questa solidarietà deve concretizzarsi in lotte dirette contro l’austerità, non solo quella feroce imposta da anni ad Atene, ma anche quella che ci è stata e prosegue ad esserci imposta qui dai governi di ogni sfumatura.

No ai diktat della UE contro la Grecia, estensione del prestito senza condizioni, annullamento dei debiti pubblici, mantenimento degli impegni presi in campagna elettorale.

E anche da noi, no alla distruzione dello stato sociale, no alle privatizzazioni, no ai licenziamenti, annullamento del debito, nazionalizzazione delle banche.

COMITATI TOSCANI "ALTRA EUROPA": PERCORSO PER UNA LISTA ALTERNATIVA ALLE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI


Pubblichiamo il comunicato stampa dei comitati toscani "altra Europa" sull'intenzione del percorso per una costruzione di una lista di sinistra alternativa alle prossime elezioni regionali:



Le elezioni regionali: una grande occasione per connettere la Toscana al percorso di netta alternatività alle politiche di austerity e neo liberiste, che nella nostra regione hanno il volto in primis del PD di Matteo Renzi e Enrico Rossi.

Questo è l'obbiettivo per cui stiamo lavorando, guardando alle forze che si richiamano all’esperienza de L’Altra Europa e a quelle punte avanzate che fanno capo, fra gli altri, alla spagnola Podemos e alla greca Syriza.

Facendo tesoro delle esperienze politiche e sociali che già fanno parte del percorso di “Altra Europa con Tsipras” in Toscana, puntiamo a costruire sinergie anche con altre forze politiche e con esperienze di cittadinanza, con le quali abbiamo intrapreso ormai da tempo uno stretto percorso di confronto, al fine di arrivare alla presentazione di una lista unica alla prossime elezioni regionali in Toscana.

Con la nostra assemblea a Empoli di ieri, domenica 22 febbraio, abbiamo deciso di offrire un ulteriore contributo al percorso. Un nostro primo contributo infatti è consistito nella definizione di alcuni criteri programmatici, declinati nell’appello a cui è possibile aderire online (URL: www.toscanacontsipras.eu).

Nella giornata di ieri sono emerse anche delle proposte di “profili” di candidatura, sia per la presidenza che per i collegi: radicamento nelle vertenze e lotte contro austerity e neo liberismo, cultura politica e sociale di respiro europeo, riconosciute capacità di coinvolgimento e di saper parlare alle donne e uomini toscani che necessitano un netto cambiamento, da sinistra, delle politiche regionali. Senza tralasciare, punto fondamentale, la richiesta di candidature che rispondano a precise assunzioni di responsabilità, dal punto di vista di elementi di eticità e di impegno politico comune e unitario a livello istituzionale nel corso della prossima legislatura.

Su queste basi intensificheremo nei prossimi giorni il confronto con le realtà esterne al percorso di Altra Europa al fine di riuscire a realizzare – davvero – la sintesi adeguata a rappresentare degnamente quell'alternativa sempre più necessaria e urgente, così come non faremo mancare il nostro apporto anche con una iniziativa di carattere regionale da tenere il 7 marzo.
 


 
 
 
A seguire l'appello:
 
 
Scrivere la storia della nuova Toscana:insieme possiamo


Noi siamo le persone che dicono no all’austerity e alle politiche liberiste, per un’Europa e una Toscana dei diritti di tutti e dei beni comuni, per affermare da sinistra il primato della persona sulla finanza e gli affari. Oggi, con questo appello, ci mettiamo a disposizione per costruire una lista unitaria in Toscana che faccia trionfare questi valori nella nostra regione.
 
Chi occupa il palazzo cerca di stancarci per farci disertare le urne e così gestire il potere secondo i propri peculiari interessi e quelli della finanza e del profitto. Ma noi non ci stiamo e rispondiamo con la partecipazione, costruendo dal basso una forza che ci rappresenti. Partiamo dalle persone e dai territori con un progetto da costruire democraticamente sulla base di un percorso condiviso e sul principio di una testa, un’idea, un voto. Chi sottoscrive quest’appello si impegna a partecipare attivamente alla costruzione di una lista unitaria alternativa al PD, al centro-sinistra, alle larghe intese.
 
Politiche internazionali, nazionali e locali che hanno assecondato gli interessi privati, fanno sì che oggi anche la nostra regione soffra dei mali classici del neoliberismo: perdita della dignità del lavoro e dei diritti conquistati con dure lotte, distruzione del tessuto produttivo locale, cementificazione come unica attività economica, cessione di ogni servizio pubblico ai privati. I risultati: disoccupazione, degrado del territorio, corruzione e malaffare, impoverimento dei cittadini costretti a pagare tariffe sempre più salate per garantire alti profitti alle società appaltatrici e lauti stipendi ai loro dirigenti.
 
Oggi, la Toscana felix non è che una favola. Noi non crediamo alle favole e vogliamo scrivere insieme un'altra storia. La storia di una regione in cui le parole, libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto delle differenze e accoglienza siano valori fondanti della società. In netta alternativa al PD che ha fatto del produttivismo affarista la sua bandiera, noi vogliamo affermare che il territorio e le sue risorse appartengono all’intera comunità vivente, che deve gestirli responsabilmente perché li ha in prestito dalle generazioni future.
Vogliamo batterci per superare il vincolo del patto di stabilità e predisporre un piano per la piena e buona occupazione ripristinando ed estendendo i diritti dei lavoratori, e partendo dalla messa in sicurezza del territorio; ribadire il carattere pubblico e universale del diritto alla salute ed eliminare i tagli e i ticket dalla sanità, garantire parità di tempi d’attesa nel pubblico e nel privato, investire nei presidi sanitari e nei posti letto; fermare la vendita del patrimonio di edilizia pubblica, difendere gli sfrattati per morosità incolpevole, avviare un piano straordinario di edilizia residenziale pubblica privilegiando il recupero e il riuso dei grandi contenitori dismessi; bloccare ogni ulteriore privatizzazione dei servizi, che devono invece essere ripubblicizzati; investire sull’agricoltura contadina e sostenibile, favorendo l’accesso alla terra, sviluppando le filiere corte e il chilometro zero e fermando la svendita dei terreni demaniali e pubblici.
 
Basta con le grandi opere che sottraggono risorse pubbliche, favoriscono il malaffare e devastano il territorio e il mare, sì alle mille piccole opere contro il rischio idrogeologico. No agli aiuti pubblici alle imprese senza l’adozione di misure antidelocalizzazione: chi delocalizza deve restituire le risorse pubbliche ricevute. Basta ad una gestione dei rifiuti rimasta all’incenerimento e alle discariche, sì alla diminuzione dei rifiuti e alla raccolta differenziata puntuale. No al sottoattraversamento TAV di Firenze, all’autostrada tirrenica, al progetto ANAS “Assi viari”; no all’ampliamento dell’aeroporto di Peretola. Sì allo sviluppo di una capillare mobilità pubblica, al trasporto su rotaia interconnesso con la gomma e alla mobilità ciclistica. Sì al recupero del patrimonio edilizio esistente, al risparmio energetico e alle energie rinnovabili nel solco di un rigoroso rispetto dell'ambiente, del paesaggio e della salute umana. Sì alle esperienze di riappropriazione e di uso collettivo degli spazi inutilizzati.
La crisi morde con grande violenza tutti e soprattutto la generazione che si affaccia al futuro. I giovani lavorano spesso gratuitamente, quando lavorano. Crollano le iscrizioni all’Università perché il diritto allo studio non è più garantito. Tutti devono poter studiare in una scuola pubblica democratica e laica, in ogni ordine e grado nella formazione di base e in quella universitaria, anche con la garanzia dell’alloggio. Dobbiamo trovare le forme per garantire un reddito di cittadinanza e dare nuovo valore all'antica e sedimentata tradizione del mutuo soccorso.
 
Abolire l'attuale legge elettorale toscana, svolta autoritaria che cancella la rappresentatività dei cittadini nelle istituzioni; adottare invece una nuova legge elettorale proporzionale.
 
Ribaltare le scelte accentratrici della Regione Toscana in materia di servizi pubblici per ripristinare percorsi di partecipazione dei cittadini alla vita delle istituzioni.
 
Queste sono le svolte che vogliamo imprimere, con la partecipazione di tutte e di tutti.
Scrivere la storia della nuova Toscana: certo che insieme possiamo!





 
 
 


sabato 21 febbraio 2015

martedì 17 febbraio 2015

PIATTAFORMA DI AGITAZIONE TERRITORIALE CGIL, CISL, UIL: LE PROPOSTE DEL SINDACATO UN'ALTRA COSA - OPPOSIZIONE CGIL MASSA CARRARA

 
Riceviamo e pubblichiamo questo documento de "Il sindacato è un'altra cosa - opposizione CGIL Massa Carrara"
 

 
 



 


La piattaforma di agitazione territoriale proclamata da CGIL, CISL e UIL sulle questioni del lavoro in Provincia di Massa Carrara è, a nostro giudizio, inadeguata e insufficiente. La segreteria provinciale della CGIL vi ha aderito escludendo i vari passaggi di verifica negli organismi interni e una consultazione democratica fra i lavoratori, secondo noi fondamentale: chiediamo per questo la convocazione da parte di CGIL, CISL e UIL di assemblee territoriali dei lavoratori dove si avvii una discussione in merito.

Le nostre considerazioni sul documento.


E' vero che l'economia del nostro territorio ha subito maggiormente gli effetti della crisi, venendo da una situazione più arretrata e in perdita, ma non si può pensare di rivendicare la creazione di posti di lavoro, un sostegno al reddito, un piano di sviluppo economico ed industriale solo sul livello locale. Si rischia di creare competizione fra le varie vertenze territoriali: la strada più adeguata sarebbe quella di dare continuità alla mobilitazione sindacale contro il job act e le politiche di austerità del governo Renzi, malamente interrotta dai gruppi dirigenti sindacali confederali dopo lo sciopero generale del 12 Dicembre di CGIL e UIL, e che, nello scorso autunno, ha favorito una ripresa del protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori nel nostro paese.



In piena continuità con la logica della “concertazione” al ribasso, si pone l'incentivo economico all'impresa come soluzione alla crisi occupazionale e produttiva: si parla di “soldi pubblici statali che servirebbero a rendere più attraente per gli investitori la zona industriale”, di “forme di premialità” per le imprese marmifere che trasformano il prodotto in loco, senza nemmeno considerare la possibilità di creare, attraverso questi fondi, lavoro direttamente controllato dallo stato o dagli enti locali.


Sulle questioni territoriali specifiche si nota una posizione decisamente contraddittoria: si afferma la necessità di un risanamento idrogeologico ma allo stesso tempo anche l'ampliamento del porto commerciale e la realizzazione del waterfront, cioè l'ulteriore cementificazione del fascia costiera, causa determinante delle alluvioni. Manca inoltre un riferimento ad uno sfruttamento sostenibile dei bacini marmiferi, e più in generale un ragionamento sulle politiche ambientali.



La nostra proposta:



E' necessario promuovere una vertenza territoriale adeguata nei confronti degli Enti locali che metta sullo stesso piano le rivendicazioni per il lavoro e quelle ambientali chiedendo:

  • il blocco di qualsiasi nuova edificazione a Carrara, nei pressi del Carrione, a Villa Ceci e a Battilana, investendo sul recupero dell'esistente e creando lavoro legato alla cura del territorio e al recupero di condizioni ambientali dignitose;


  • una razionalizzazione degli spazi all'interno del porto commerciale esistente, evitando di cementificare ulteriormente il litorale, anche con la costruzione di opere inutili come il waterfront;


  • lo spostamento di tutte le attività incompatibili dalle sponde dei torrenti alle zone industriali e artigianali;


  • la messa in sicurezza dei bacini marmiferi e il contingentamento delle escavazioni, il raddoppio delle entrate dei canoni delle cave da destinarsi a lavori di contenimento del rischio idraulico e alla messa a norma di tutti gli edifici pubblici, a partire dagli asili e dalle scuole;


  • la destinazione delle risorse di bilancio a questi interventi anteponendoli a qualsiasi altra destinazione non finalizzata a garantire servizi fondamentali e indispensabili;


  • una bonifica della falda acquifera e un recupero delle aree industriali, pretendendo che a pagarla siano quelle aziende che hanno inquinato il territorio.

 
Queste rivendicazioni, unitamente all'obbligo per le imprese di lavorare il marmo in loco, e a una mobilitazione nazionale contro il governo Renzi, possono veramente dare sicurezza e un po' di lavoro a questo territorio.

lunedì 16 febbraio 2015

VOLANTINO PRESIDIO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA - 21 FEBBRAIO VIAREGGIO



 
 
Inoltriamo il volantino ricevuto dal Coordinamento degli insegnanti, delle lavoratrici e dei lavoratori delle Scuole della Versilia
 
 
 

 
 

 
 
 
 


APPELLO PER LA COSTRUZIONE DI UNA LISTA DI SINISTRA ALTERNATIVA ALLE ELEZIONI REGIONALI TOSCANE

 
 
 
 
 
Scrivere la storia della nuova Toscana: insieme possiamo



Noi siamo le persone che dicono no all’austerity e alle politiche liberiste, per un’Europa e una Toscana dei diritti di tutti e dei beni comuni, per affermare da sinistra il primato della persona sulla finanza e gli affari. Oggi, con questo appello, ci mettiamo a disposizione per costruire una lista unitaria in Toscana che faccia trionfare questi valori nella nostra regione.
 
Chi occupa il palazzo cerca di stancarci per farci disertare le urne e così gestire il potere secondo i propri peculiari interessi e quelli della finanza e del profitto. Ma noi non ci stiamo e rispondiamo con la partecipazione, costruendo dal basso una forza che ci rappresenti. Partiamo dalle persone e dai territori con un progetto da costruire democraticamente sulla base di un percorso condiviso e sul principio di una testa, un’idea, un voto. Chi sottoscrive quest’appello si impegna a partecipare attivamente alla costruzione di una lista unitaria alternativa al PD, al centro-sinistra, alle larghe intese.
 
Politiche internazionali, nazionali e locali che hanno assecondato gli interessi privati, fanno sì che oggi anche la nostra regione soffra dei mali classici del neoliberismo: perdita della dignità del lavoro e dei diritti conquistati con dure lotte, distruzione del tessuto produttivo locale, cementificazione come unica attività economica, cessione di ogni servizio pubblico ai privati. I risultati: disoccupazione, degrado del territorio, corruzione e malaffare, impoverimento dei cittadini costretti a pagare tariffe sempre più salate per garantire alti profitti alle società appaltatrici e lauti stipendi ai loro dirigenti.
 
Oggi, la Toscana felix non è che una favola. Noi non crediamo alle favole e vogliamo scrivere insieme un'altra storia. La storia di una regione in cui le parole, libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto delle differenze e accoglienza siano valori fondanti della società. In netta alternativa al PD che ha fatto del produttivismo affarista la sua bandiera, noi vogliamo affermare che il territorio e le sue risorse appartengono all’intera comunità vivente, che deve gestirli responsabilmente perché li ha in prestito dalle generazioni future.
Vogliamo batterci per superare il vincolo del patto di stabilità e predisporre un piano per la piena e buona occupazione ripristinando ed estendendo i diritti dei lavoratori, e partendo dalla messa in sicurezza del territorio; ribadire il carattere pubblico e universale del diritto alla salute ed eliminare i tagli e i ticket dalla sanità, garantire parità di tempi d’attesa nel pubblico e nel privato, investire nei presidi sanitari e nei posti letto; fermare la vendita del patrimonio di edilizia pubblica, difendere gli sfrattati per morosità incolpevole, avviare un piano straordinario di edilizia residenziale pubblica privilegiando il recupero e il riuso dei grandi contenitori dismessi; bloccare ogni ulteriore privatizzazione dei servizi, che devono invece essere ripubblicizzati; investire sull’agricoltura contadina e sostenibile, favorendo l’accesso alla terra, sviluppando le filiere corte e il chilometro zero e fermando la svendita dei terreni demaniali e pubblici.
 
Basta con le grandi opere che sottraggono risorse pubbliche, favoriscono il malaffare e devastano il territorio e il mare, sì alle mille piccole opere contro il rischio idrogeologico. No agli aiuti pubblici alle imprese senza l’adozione di misure antidelocalizzazione: chi delocalizza deve restituire le risorse pubbliche ricevute. Basta ad una gestione dei rifiuti rimasta all’incenerimento e alle discariche, sì alla diminuzione dei rifiuti e alla raccolta differenziata puntuale. No al sottoattraversamento TAV di Firenze, all’autostrada tirrenica, al progetto ANAS “Assi viari”; no all’ampliamento dell’aeroporto di Peretola. Sì allo sviluppo di una capillare mobilità pubblica, al trasporto su rotaia interconnesso con la gomma e alla mobilità ciclistica. Sì al recupero del patrimonio edilizio esistente, al risparmio energetico e alle energie rinnovabili nel solco di un rigoroso rispetto dell'ambiente, del paesaggio e della salute umana. Sì alle esperienze di riappropriazione e di uso collettivo degli spazi inutilizzati.
La crisi morde con grande violenza tutti e soprattutto la generazione che si affaccia al futuro. I giovani lavorano spesso gratuitamente, quando lavorano. Crollano le iscrizioni all’Università perché il diritto allo studio non è più garantito. Tutti devono poter studiare in una scuola pubblica democratica e laica, in ogni ordine e grado nella formazione di base e in quella universitaria, anche con la garanzia dell’alloggio. Dobbiamo trovare le forme per garantire un reddito di cittadinanza e dare nuovo valore all'antica e sedimentata tradizione del mutuo soccorso.
 
Abolire l'attuale legge elettorale toscana, svolta autoritaria che cancella la rappresentatività dei cittadini nelle istituzioni; adottare invece una nuova legge elettorale proporzionale.
 
Ribaltare le scelte accentratrici della Regione Toscana in materia di servizi pubblici per ripristinare percorsi di partecipazione dei cittadini alla vita delle istituzioni.
Queste sono le svolte che vogliamo imprimere, con la partecipazione di tutte e di tutti.
Scrivere la storia della nuova Toscana: certo che insieme possiamo!






mercoledì 11 febbraio 2015

VOLANTINO "SOLIDARIETA' AL POPOLO GRECO"



ORDINE DEL GIORNO CONCLUSIVO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DI SINISTRA ANTICAPITALISTA

Roma, 8 febbraio 2015

Il Coordinamento Nazionale:
  1. approva la relazione e le conclusioni sulla situazione sociale e sindacale e sui relativi nostri compiti.
    In particolare sottolinea la necessità di continuare a lavorare per la costruzione di un movimento ampio ed unitario contro il Jobs Act e contro le nuove misure antipopolari e antisindacali che il governo vuole varare nei prossimi mesi per dare continuità e prospettiva alle lotte e alle mobilitazioni dell’autunno.
    Ritiene centrale nella nostra attività dare un nuovo impulso all’azione dello schieramento dei sindacati di classe, delle aree politiche/sociali e dei movimenti sociali che hanno animato la giornata del 14 novembre 2014; nello stesso tempo è necessario continuare ad incalzare la Fiom, che più di ogni altro sindacato si trova al centro delle ristrutturazioni industriali ed occupazionali, affinché si faccia carico di costruire una mobilitazione all’altezza dello scontro in atto con il padronato e di iniziativa verso la stessa CGIL, oggi in profonda crisi, ma che continua ad avere capacità di mobilitazione (come dimostrato dallo sciopero del 12 dicembre), quella mobilitazione a cui molti dei suoi iscritti e delle sue iscritte chiede di dare continuità.
    Nel sostenere l’azione dei sindacati di base dobbiamo più che mai operare per la costruzione di momenti di lavoro e di iniziative efficaci ed unitarie capaci di interloquire con i più ampi settori delle lavoratrici e lavoratori, a partire naturalmente da quelli che si sono attivati nel quadro della maggiore confederazione sindacale italiana.
    Tutto questo richiede un progetto e atti di iniziativa sindacale europea, un percorso di solidarietà e di lotta di dimensione continentale che le vicende greche sempre più sollecitano.
  2. considera centrale la costruzione di un ampio e capillare intervento sui luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università e nelle diverse situazioni sociali, di solidarietà e di sostegno alle lotte del popolo greco e al governo di Syriza che queste lotte hanno espresso, contro i ricatti della Troika e contro le politiche di austerità portate avanti dall’insieme dei governi europei.
    Dobbiamo avanzare l’idea che in Italia, come negli altri paesi, è necessario “fare come in Grecia”: costruire un movimento di massa per rigettare le politiche liberiste rifiutando il debito illegittimo che strangola i popoli.
    Per questo Sinistra Anticapitalista sostiene e aderisce attivamente alla
    manifestazione nazionale “È cambiata la Grecia, cambiamo l’Europa. Il ricatto della BCE alla Grecia è un ricatto contro tutti noi” convocata per sabato 14 febbraio a Roma e invita tutte/i le compagne e i compagni a partecipare.
    Al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e di dare strumenti di maggiore comprensione politica e di intervento alle forze della sinistra, nel mese di marzo Sinistra Anticapitalista darà vita in molte città ad assemblee e meeting di solidarietà internazionalista con la partecipazione di militanti di Siryza e di Podemos.
  3. anche alla luce dell’approfondirsi delle vicende greche, ritiene importante costruire un’interlocuzione politica con la lista Tsipras, con le componenti e con i compagni e le compagne che ne animano le attività e il dibattito, a partire da un primo contributo per la discussione della prossima assemblea.
  4. approva la relazione politica e organizzativa confermando gli obiettivi della sottoscrizione chiedendo quindi ai circoli un ulteriore sforzo per passare dai 25.000 euro attualmente raccolti ai 30.000 euro finali indispensabili per la programmazione e la realizzazione delle nostre attività.
    Riconferma gli obiettivi del tesseramento promuovendo una campagna più ampia e pubblica di adesione alla nostra organizzazione.
    Approva il bilancio preventivo, in particolare la scelta di rafforzare la nostra struttura organizzativa di direzione, largamente sottostimata rispetto ai nostri compiti, alla cui realizzazione sono chiamati a collaborare tutti i circoli.