martedì 17 febbraio 2015

PIATTAFORMA DI AGITAZIONE TERRITORIALE CGIL, CISL, UIL: LE PROPOSTE DEL SINDACATO UN'ALTRA COSA - OPPOSIZIONE CGIL MASSA CARRARA

 
Riceviamo e pubblichiamo questo documento de "Il sindacato è un'altra cosa - opposizione CGIL Massa Carrara"
 

 
 



 


La piattaforma di agitazione territoriale proclamata da CGIL, CISL e UIL sulle questioni del lavoro in Provincia di Massa Carrara è, a nostro giudizio, inadeguata e insufficiente. La segreteria provinciale della CGIL vi ha aderito escludendo i vari passaggi di verifica negli organismi interni e una consultazione democratica fra i lavoratori, secondo noi fondamentale: chiediamo per questo la convocazione da parte di CGIL, CISL e UIL di assemblee territoriali dei lavoratori dove si avvii una discussione in merito.

Le nostre considerazioni sul documento.


E' vero che l'economia del nostro territorio ha subito maggiormente gli effetti della crisi, venendo da una situazione più arretrata e in perdita, ma non si può pensare di rivendicare la creazione di posti di lavoro, un sostegno al reddito, un piano di sviluppo economico ed industriale solo sul livello locale. Si rischia di creare competizione fra le varie vertenze territoriali: la strada più adeguata sarebbe quella di dare continuità alla mobilitazione sindacale contro il job act e le politiche di austerità del governo Renzi, malamente interrotta dai gruppi dirigenti sindacali confederali dopo lo sciopero generale del 12 Dicembre di CGIL e UIL, e che, nello scorso autunno, ha favorito una ripresa del protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori nel nostro paese.



In piena continuità con la logica della “concertazione” al ribasso, si pone l'incentivo economico all'impresa come soluzione alla crisi occupazionale e produttiva: si parla di “soldi pubblici statali che servirebbero a rendere più attraente per gli investitori la zona industriale”, di “forme di premialità” per le imprese marmifere che trasformano il prodotto in loco, senza nemmeno considerare la possibilità di creare, attraverso questi fondi, lavoro direttamente controllato dallo stato o dagli enti locali.


Sulle questioni territoriali specifiche si nota una posizione decisamente contraddittoria: si afferma la necessità di un risanamento idrogeologico ma allo stesso tempo anche l'ampliamento del porto commerciale e la realizzazione del waterfront, cioè l'ulteriore cementificazione del fascia costiera, causa determinante delle alluvioni. Manca inoltre un riferimento ad uno sfruttamento sostenibile dei bacini marmiferi, e più in generale un ragionamento sulle politiche ambientali.



La nostra proposta:



E' necessario promuovere una vertenza territoriale adeguata nei confronti degli Enti locali che metta sullo stesso piano le rivendicazioni per il lavoro e quelle ambientali chiedendo:

  • il blocco di qualsiasi nuova edificazione a Carrara, nei pressi del Carrione, a Villa Ceci e a Battilana, investendo sul recupero dell'esistente e creando lavoro legato alla cura del territorio e al recupero di condizioni ambientali dignitose;


  • una razionalizzazione degli spazi all'interno del porto commerciale esistente, evitando di cementificare ulteriormente il litorale, anche con la costruzione di opere inutili come il waterfront;


  • lo spostamento di tutte le attività incompatibili dalle sponde dei torrenti alle zone industriali e artigianali;


  • la messa in sicurezza dei bacini marmiferi e il contingentamento delle escavazioni, il raddoppio delle entrate dei canoni delle cave da destinarsi a lavori di contenimento del rischio idraulico e alla messa a norma di tutti gli edifici pubblici, a partire dagli asili e dalle scuole;


  • la destinazione delle risorse di bilancio a questi interventi anteponendoli a qualsiasi altra destinazione non finalizzata a garantire servizi fondamentali e indispensabili;


  • una bonifica della falda acquifera e un recupero delle aree industriali, pretendendo che a pagarla siano quelle aziende che hanno inquinato il territorio.

 
Queste rivendicazioni, unitamente all'obbligo per le imprese di lavorare il marmo in loco, e a una mobilitazione nazionale contro il governo Renzi, possono veramente dare sicurezza e un po' di lavoro a questo territorio.

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