venerdì 24 ottobre 2014

ATTACCO AI DIPENDENTI PUBBLICI:L'ENNESIMA PUNTATA VA IN SCENA AL COMUNE DI MASSA


 Riportiamo un comunicato del Sindacato è un'altra cosa - Opposizione CGIL Massa Carrara:
 
 

 


Il Sindacato è un'altra cosa – Opposizione CGIL” ritiene del tutto inaccettabile quanto espresso nella nota di indirizzo emessa dal Comune di Massa nei confronti dei propri dipendenti in ragione di un «funzionamento della macchina comunale spesso non rispondenti ai livelli di qualità richiesta e anzi di un suo perdurante stato di oggettiva inadeguatezza rispetto alle sfide di oggi» e che quindi, a dire dell’Amministrazione Comunale «non ha prodotto finora, nei fatti, quel salto di qualità che ci si aspettava».

Con un'astuta e bieca manovra tipicamente padronale, l’Amministrazione Comunale di Massa, degna epigone del Marchionne pensiero, dichiarando di perseguire un «salto di qualità» della macchina comunale, in realtà decide di imboccare l’autostrada della denigrazione del lavoro pubblico dipendente che da Brunetta in poi tutte le Amministrazioni centrali e locali hanno deciso di imboccare per nascondere la loro inadeguatezza politica e gestionale.

Ma pensando al «salto di qualità» della macchina amministrativa non è certo con la «tolleranza zero» che si persegue l’obiettivo, ed è un vero peccato che nessuno pensi mai alla soluzione, che nessuno si sieda al tavolino con i pubblici dipendenti cercando una soluzione alla questione, ascoltando le voci, le problematiche. Che nessuno mai tenga tenere minimamente conto delle varie riforme che hanno affossato la PA, della costante sottrazione di risorse, del mancato rinnovo dei contratti, dei carichi di lavoro, del bizantinismo delle norme, senza una critica al modello aziendalista degli obiettivi, alla farraginosità delle procedure con il loro riverbero nelle condizioni di lavoro, alla disomogeneità delle norme, ai repentini mutamenti e la mancanza di chiarezza nelle regole da applicare.

In tutto ciò la beffa è che il cittadino è convinto, dalla campagna mediatica e dalle scelte politiche come questa, che i pubblici dipendenti siano fannulloni, che tutto ciò che non funziona è esclusiva colpa dei lavoratori.

Occorre ribadire in maniera forte e chiara la volontà di non essere disposti a diventare il capro espiatorio ne della politica ne della rabbia sociale.  Di essere i primi a volere denunciare di essere vittime, nella doppia veste di cittadini e lavoratori. Di essere quelli che ci mettono la faccia ma di non essere disposti a pagare il prezzo di precise scelte politiche e di precise campagne mediatiche tese a scardinare nell’immaginario collettivo la dignità delle Pubbliche funzioni e lo smantellamento del concetto stesso di servizio pubblico.

Cambiamento non significa cancellazione dei diritti, nascondendosi dietro il paravento del’”inadeguatezza”, del’ “efficienza ed efficacia”, o del “così vuole ora l’Europa” o “il mercato”, o che è “una necessità perché non tutti possono godere degli stessi diritti”. In tal modo si propone un processo al contrario, quasi che il progresso corrisponda a far retrocedere tutti, invece di estendere i diritti a chi non ne gode.

Il vero cambiamento è impegnarsi a difendere il pubblico dalle aggressioni delle controriforme liberiste e autoritarie. Il vero cambiamento richiede verità di analisi per individuare non solo criticità e soluzioni ma anche avversari e sostenitori.

Non c'è altra alternativa all'ipotesi di organizzarsi e generalizzare le lotte con piattaforme e programmi avanzati in difesa del lavoro e dei servizi pubblici.

Non è mai troppo tardi nel decidere di cambiare le sorti della lotta di classe di questo paese.

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