Martedì,
primo luglio, tutte le associazioni ambientaliste si sono date
appuntamento in via Cavour, a Firenze, davanti alla sede del Consiglio
Regionale della Toscana organizzando un presidio di protesta contro lo
scempio delle Alpi Apuane che, grazie allo stravolgimento della proposta
di piano paesaggistico che la Regione Toscana si appresta a licenziare,
le multinazionali del carbonato di calcio e i signori del marmo
continueranno a perpetrare e ad intensificare.
Si è trattato di un importante momento di
mobilitazione unitaria, cui hanno partecipato attivamente anche il
Movimento 5 Stelle e Sinistra Anticapitalista; a fronte dell’offensiva
dei signori del marmo sembra avviarsi un processo di superamento di
quelle difficoltà di intesa, derivanti soprattutto da presupposti di
carattere ideologico, che fino ad oggi hanno depotenziato il movimento
di opposizione all’esproprio e alla distruzione del bene comune.
Purtroppo non c’è due senza tre!
Comunicato di Sinistra Anticapitalista Massa-Carrara
La
Regione Toscana sta facendo a pezzi ogni strumento normativo utile per
valorizzare il marmo e proteggere le Alpi Apuane, è il caso:
1) Della nuova legge sugli usi civici che di fatto, liquida ogni diritto collettivo esistente sulle cave di marmo
2) Del
piano paesaggistico che,dopo estenuanti trattative, finisce con
riconfermare che il Parco delle Apuane è un Parco delle Attività
Estrattive e non un Parco Naturale
Poiché non c’è due senza tre prevediamo che la nuova legge sulle attività estrattive invece
di sancire una volta per tutte la proprietà pubblica dei giacimenti
marmiferi, finirà con il riaprire le porte anche alle pretese
proprietarie dei privati sugli agri marmiferi di Carrara.
C’è
una costante nelle politiche del Centro Sinistra (peraltro condivisa
con il Centro Destra) quella di anteporre l’interesse del capitale a
qualsiasi altro interesse o diritto; vale per la Tav come per la Fiat,
vale per l’Ilva come vale per il marmo.
Finiscono
con diventare foglie di fico il lavoro e le buone intenzioni
dell’Assessore Marson e le dichiarazioni del Presidente Rossi; i fatti
sono incontestabili e tutti dovrebbero prenderne atto. Non esiste
alcuna volontà da parte degli amministratori regionali di mettere a
rischio un’unghia della loro peraltro precaria carriera e scontrarsi veramente con le lobbies del marmo e con i loro diretti rappresentanti politici.
E’
necessario costruire una alternativa ai governi degli industriali,
partendo dalla consapevolezza che solo un’opposizione intransigente
(politica, sociale e istituzionale) può dare la credibilità necessaria per
assolvere questo difficile compito; ogni ambiguità viene giustamente
vista con diffidenza e anche con disprezzo da cittadini e lavoratori.
La costruzione di un movimento unitario che dia carattere continuativo e programmatico alle lotte per salvare le Apuane e per salvare il marmo dalle unghie degli affaristi può dare, in Toscana, un contributo fondamentale.
-stabilire per legge la proprietà pubblica dei giacimenti marmiferi
-adottare concrete e adeguate misure per imporre la lavorazione del marmo sul territorio -dismettere
progressivamente le escavazioni all’interno del Parco, congiuntamente
alla adozione di misure di riconversione economica
Su
questi temi è necessario fare uno sforzo di maggiore unità di intenti e
di più efficace coordinamento tra tutti coloro (singoli, associazioni,
organizzazioni e movimenti) che, anche diversamente, fino ad oggi si
sono impegnati sul terreno dell’alternativa allo scempio e
all’impoverimento.
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