Sabato 20 giugno, nonostante la
coincidenza con la partita giocata a Recife dalla nazionale di
calcio, buona partecipazione e buon livello della discussione
all’incontro dibattito organizzato a Carrara da Sinistra
Anticapitalista sul tema “Il marmo bene comune e patrimonio
indisponibile; dai beni estimati alla proprietà pubblica della
risorsa”.
Hanno partecipato rappresentanti di
Legambiente, Movimento 5 Stelle, Carrara Bene Comune, Sinistra
Ecologia Libertà, Rifondazione Comunista, Italia Nostra, ARCI Massa
Carrara e Centro Cervati di Seravezza.
La discussione he evidenziato la necessità di dar vita ad un movimento unitario che, ancora una volta, imponga al Comune e alla Regione Toscana la tutela del patrimonio minerario pubblico, la tutela dell’ambiente e della pubblica incolumità e la pubblicizzazione di tutti i giacimenti marmiferi situati nel territorio regionale.
La discussione he evidenziato la necessità di dar vita ad un movimento unitario che, ancora una volta, imponga al Comune e alla Regione Toscana la tutela del patrimonio minerario pubblico, la tutela dell’ambiente e della pubblica incolumità e la pubblicizzazione di tutti i giacimenti marmiferi situati nel territorio regionale.
Certamente si sono registrate diverse
chiavi di lettura di una situazione che tutti gli intervenuti hanno
riconosciuto grave e molto preoccupante; infatti mentre tutte le
associazioni e le organizzazioni politiche non coinvolte, in un modo
o nell’altro, nel governo locale hanno denunciato con forza le
gravi responsabilità politiche del Centro Sinistra, a Carrara come a
Firenze, e a hanno dato la loro disponibilità alla definizione di
un programma unitario e a conseguenti azioni di pressione e di lotta,
altri ( i rappresentanti di Sel e Prc) hanno sostanzialmente
evitato di individuare le evidenti responsabilità e di assumere
impegni concreti nei confronti di Comune e Regione.
In conclusione si è convenuto di dare
seguito alla discussione individuando prossime scadenze ed iniziative
unitarie; registrando, da parte nostra, come i processi di
ricomposizione della sinistra anticapitalista non possano che passare
attraverso la verifica sulle questioni di merito e nella coerenza
verso le politiche neo liberiste portate avanti dal PD, più che su
convergenze elettorali più o meno tattiche.
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