domenica 15 giugno 2014

Il marmo bene comune e patrimonio indisponibile; dai beni estimati alla proprietà pubblica della risorsa

Venerdì 20 Giugno alle 17.30
c/o Sala di Rappresentanza
Comune di Carrara



Sinistra Anticapitalista MS organizza un incontro dibattito sul tema:

Il marmo bene comune e patrimonio indisponibile;
dai beni estimati alla proprietà pubblica della risorsa.


Interventi di

Ildo Fusani (Sinistra Anticapitalista)
Pino Sansoni (Legambiente)
Francesco De Pasquale (Movimento 5 Stelle)
Claudia Bienaimè (Carrara Bene Comune)
Davide Ronchieri (Sinistra Ecologia Libertà)
Nicola Cavazzuti (Rifondazione Comunista)
Mario Venutelli (Italia Nostra)
Matteo Bartolini (ARCI Massa Carrara)

Partecipano

Prof. Giorgio Pizziolo (Centro Cervati)
Avv. Licio Corfini (Centro Cervati)
Prof.ssa Emilia Fazzi Contigli (Sindaco Carrara 1994/98)
Paolo Gozzani ( Segretario Camera del Lavoro CGIL MS )



Il diritto d’occupazione è condannato a sparire davanti all’interesse generale che, essendo l’interesse sociale, è anche quello dell’occupante.

Pierre – Joseph Proudhon (1840) _ Che cos’è la proprietà ?

LA RISORSA MARMO

Ogni azione politica e ogni intervento legislativo che abbia per riferimento, diretto o indiretto, la “risorsa marmo” deve proporsi di riconfermare e affermare la proprietà e il controllo pubblico della risorsa mineraria.
Lo richiedono la gravità della crisi economica e sociale, l’impatto ambientale delle escavazioni e la mancata valorizzazione della risorsa; lo motivano il valore della materia prima e la diffusa situazione di illegittimità che caratterizza il settore.
Lo consente la normativa vigente che affida alle Regioni piena competenza legislativa, anche a seguito della riforma del titolo V della Costituzione (legge costituzionale n. 3/2001).
Un organico intervento legislativo è necessario nel territorio regionale della Toscana al fine di porre termine:
- alle anacronistiche situazioni di disparità tra imprese escavatrici operanti su beni pubblici e su beni cosiddetti “privati”;
- all' evasione fiscale e all' elusione dei canoni concessori;
- e soprattutto, alla perdita di valore aggiunto in termini di occupazione, saperi, professionalità e culture che le logiche di mercato e l’egoismo imprenditoriale sottraggono non solo alla città di Carrara, ma all’intero territorio apuano e infine, all’intera Regione Toscana.
Non è azzardato infatti, sostenere che i giacimenti marmiferi costituiscono per la Toscana una risorsa paragonabile, se non superiore, all’importanza che hanno per l’Italia, i giacimenti petroliferi esistenti nel sottosuolo nazionale.
E’ necessario che la Regione Toscana dedichi al marmo la stessa attenzione economica che lo stato nazionale ha dedicato al petrolio, con quell’attenzione per l’ambiente e il paesaggio che, fino ad oggi, Stato e Regione hanno dimostrato di non avere.

I BENI ESTIMATI

Il parere del prof. Conte non fa che confermare le ragioni storiche della collettività carrarese e del Comune di Carrara per reclamare la proprietà pubblica non solo degli agri marmiferi ma anche dei beni estimati; proprietà del resto asserita già alla fine degli anni '90, dall'Avv. Piccioli e autorevolmente confermata dal Prof. Barile.
Ulteriori ragioni fondate sulla proprietà civica delle cave di Carrara, danno maggiore motivazione ai cittadini carraresi nella loro richiesta di veder dichiarata la piena proprietà pubblica di tutte le cave di Carrara.

UNA NUOVA NORMATIVA

Data per acquisita la volontà del Comune e della Regione di procedere su questa strada, vanno riconosciute e sostenute con forza le ragioni di quanti esigono che la nuova normativa e il nuovo regolamento siano sostenuti da solide basi giuridiche “ nell'eventualità certa ”, di una nuova ondata di ricorsi e per uscire finalmente da un quadro di illegittimità, su cui possono essersi determinate anche situazioni giuridicamente più gravi e soprattutto, politicamente e civicamente più esecrabili.
Nuova normativa che dopo una transizione di quasi vent'anni, durante i quali si è protratta la rendita di posizione, non potrà certamente prevedere nuove fasi transitorie foriere di incertezza, di iniquità e di nuove situazioni di illegittimità.

…Se appare qui chiaro che l’interesse privato degrada lo Stato a proprio mezzo, come non dovrebbe seguirne che una rappresentanza degli interessi privati, delle classi privilegiate, voglia e possa degradare lo Stato ai fini dell’interesse privato?

Karl Marx (30 ottobre 1842)


"NON BUTTARE VIA IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA"

Questa espressione viene usata per mettere in guardia chi, non riuscendo a risolvere una situazione difficile e volendo ripartire da zero, nel liberarsi di ciò che è negativo e inutile, non si accorge che corre il rischio di gettar via anche quanto di positivo e utile ha già.
I Carrarini di utile hanno una sentenza della Corte Costituzionale che rende inoppugnabile quanto sancito con legge regionale 104/95; sarebbe veramente da irresponsabili mettere a repentaglio un risultato storico e consolidato che riguarda la parte più ampia e strategica dei giacimenti del carrarese.
Il nuovo testo quindi non potrà che recitare, come già il testo della l.r. 78/98: “La presente legge si applica anche agli Agri Marmiferi dei Comuni di Massa e di Carrara, per quanto non in contrasto con la legge regionale 5 dicembre 1995, n.104 (Disciplina degli Agri Marmiferi di proprietà dei Comuni di Massa e di Carrara)…”
La nuova normativa regionale potrà invece affrontare, tra l’altro, il tema dei giacimenti situati in terreni intestati a società o a cittadini privati, materia di competenza delle regioni a seguito della riforma del titolo V della Costituzione (legge costituzionale n. 3/2001).
Forte delle ragioni storiche portate dal Prof. Conte per i beni estimati di Carrara, ma soprattutto delle ragioni di interesse pubblico economico, locale e regionale, connesse alla valorizzazione della principale risorsa del sottosuolo presente nel territorio della Toscana, la Regione potrà legiferare disponendo il passaggio dei giacimenti marmiferi industrialmente utilizzabili alla categoria delle miniere in applicazione del’art 3 del R.D. 29/07/1927, n. 1443.

In tal senso ha già operato la Regione Calabria con legge che ha superato il vaglio della Corte Costituzionale senza che il governo eccepisse alcunché nel merito della piena competenza regionale in materia.

QUALE GESTIONE PER LE CAVE ACQUISITE AL PATRIMONIO PUBBLICO ?

Il fallimento delle politiche concertative, non solo per quanto riguarda la congruità dei canoni e del loro pagamento, ma avendo a riferimento innanzitutto gli aspetti occupazionali, ambientali e sociali, richiede il superamento di pratiche politico-amministrative riservate alle élites politiche ed economiche e l’apertura a nuove esperienze rivolte alla più ampia partecipazione popolare e al controllo dei lavoratori.
I movimenti per l’acqua pubblica-bene comune hanno avanzato proposte utili anche per la valorizzazione di altre risorse naturali diverse dall’acqua, come il marmo. Tali proposte non hanno ancora trovato risposta nell’ordinamento vigente, anzi!
E’ necessario che la Regione Toscana vada oltre le timide e insufficienti forme partecipative, meglio dire consultive, previste dalla normativa regionale, per fare un passo verso il superamento della situazione di esclusione e spossessamento delle collettività locali e dei lavoratori da qualsiasi voce in capitolo sull’uso e sulla destinazione della risorsa.
Inoltre una gestione pubblica e democratica della risorsa non può prescindere da politiche attive che impediscano il crearsi di posizioni di monopolio e di oligopolio e deve favorire lo sviluppo dell’occupazione locale attraverso concrete azioni a sostegno della ripresa e dello sviluppo della filiera locale.
Per questo si ripropone l’esigenza della istituzione di un soggetto economico, pubblico e democratico che indirizzi e sostenga la trasformazione e che svolga una funzione di garanzia nel campo del commercio; insomma una grande azienda pubblica, trasparente e sottoposta a forme di controllo democratico e popolare, che sia uno strumento finalizzato alla ripresa dell’economia e della cultura del marmo in tutto il territorio delle Alpi Apuane.
Esistono a Carrara, a Massa e sulle Apuane movimenti e forze organizzate che possono mobilitarsi e muoversi nella direzione di porre all’ordine del giorno un cambio di marcia in questo senso.Il convegno del 20 giugno vuol essere un passo verso la costruzione di questo movimento.

Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate - virtú, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. - tutto divenne commercio. Questo è il tempo della corruzione generale, della venalità universale.

Karl Marx (1847) Miseria della filosofia

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