Venerdì 20 Giugno alle 17.30
c/o Sala di Rappresentanza
Comune di Carrara
Sinistra Anticapitalista MS organizza un incontro dibattito sul tema:
Il marmo bene comune e patrimonio indisponibile;
dai beni estimati alla proprietà pubblica della risorsa.
Interventi di
Ildo Fusani (Sinistra Anticapitalista)
Pino Sansoni (Legambiente)
Francesco De Pasquale (Movimento 5 Stelle)
Claudia Bienaimè (Carrara Bene Comune)
Davide Ronchieri (Sinistra Ecologia Libertà)
Nicola Cavazzuti (Rifondazione Comunista)
Mario Venutelli (Italia Nostra)
Matteo Bartolini (ARCI Massa Carrara)
Partecipano
Prof. Giorgio Pizziolo (Centro Cervati)
Avv. Licio Corfini (Centro Cervati)
Prof.ssa Emilia Fazzi Contigli (Sindaco Carrara 1994/98)
Paolo Gozzani ( Segretario Camera del Lavoro CGIL MS )
Il diritto d’occupazione è condannato a sparire davanti all’interesse
generale che, essendo l’interesse sociale, è anche quello
dell’occupante.
Pierre – Joseph Proudhon (1840) _ Che cos’è la proprietà ?
LA RISORSA MARMO
Ogni azione politica e ogni intervento legislativo che abbia per
riferimento, diretto o indiretto, la “risorsa marmo” deve proporsi di
riconfermare e affermare la proprietà e il controllo pubblico della
risorsa mineraria.
Lo richiedono la gravità della crisi economica e
sociale, l’impatto ambientale delle escavazioni e la mancata
valorizzazione della risorsa; lo motivano il valore della materia prima e
la diffusa situazione di illegittimità che caratterizza il settore.
Lo consente la normativa vigente che affida alle Regioni piena
competenza legislativa, anche a seguito della riforma del titolo V della
Costituzione (legge costituzionale n. 3/2001).
Un organico intervento legislativo è necessario nel territorio regionale della Toscana al fine di porre termine:
- alle anacronistiche situazioni di disparità tra imprese escavatrici
operanti su beni pubblici e su beni cosiddetti “privati”;
- all' evasione fiscale e all' elusione dei canoni concessori;
- e soprattutto, alla perdita di valore aggiunto in termini di
occupazione, saperi, professionalità e culture che le logiche di mercato
e l’egoismo imprenditoriale sottraggono non solo alla città di Carrara,
ma all’intero territorio apuano e infine, all’intera Regione Toscana.
Non è azzardato infatti, sostenere che i giacimenti marmiferi
costituiscono per la Toscana una risorsa paragonabile, se non superiore,
all’importanza che hanno per l’Italia, i giacimenti petroliferi
esistenti nel sottosuolo nazionale.
E’ necessario che la Regione
Toscana dedichi al marmo la stessa attenzione economica che lo stato
nazionale ha dedicato al petrolio, con quell’attenzione per l’ambiente e
il paesaggio che, fino ad oggi, Stato e Regione hanno dimostrato di non
avere.
I BENI ESTIMATI
Il parere del prof. Conte
non fa che confermare le ragioni storiche della collettività carrarese e
del Comune di Carrara per reclamare la proprietà pubblica non solo
degli agri marmiferi ma anche dei beni estimati; proprietà del resto
asserita già alla fine degli anni '90, dall'Avv. Piccioli e
autorevolmente confermata dal Prof. Barile.
Ulteriori ragioni
fondate sulla proprietà civica delle cave di Carrara, danno maggiore
motivazione ai cittadini carraresi nella loro richiesta di veder
dichiarata la piena proprietà pubblica di tutte le cave di Carrara.
UNA NUOVA NORMATIVA
Data per acquisita la volontà del Comune e della Regione di procedere
su questa strada, vanno riconosciute e sostenute con forza le ragioni di
quanti esigono che la nuova normativa e il nuovo regolamento siano
sostenuti da solide basi giuridiche “ nell'eventualità certa ”, di una
nuova ondata di ricorsi e per uscire finalmente da un quadro di
illegittimità, su cui possono essersi determinate anche situazioni
giuridicamente più gravi e soprattutto, politicamente e civicamente più
esecrabili.
Nuova normativa che dopo una transizione di quasi
vent'anni, durante i quali si è protratta la rendita di posizione, non
potrà certamente prevedere nuove fasi transitorie foriere di incertezza,
di iniquità e di nuove situazioni di illegittimità.
…Se
appare qui chiaro che l’interesse privato degrada lo Stato a proprio
mezzo, come non dovrebbe seguirne che una rappresentanza degli interessi
privati, delle classi privilegiate, voglia e possa degradare lo Stato
ai fini dell’interesse privato?
Karl Marx (30 ottobre 1842)
"NON BUTTARE VIA IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA"
Questa espressione viene usata per mettere in guardia chi, non
riuscendo a risolvere una situazione difficile e volendo ripartire da
zero, nel liberarsi di ciò che è negativo e inutile, non si accorge che
corre il rischio di gettar via anche quanto di positivo e utile ha già.
I Carrarini di utile hanno una sentenza della Corte Costituzionale che
rende inoppugnabile quanto sancito con legge regionale 104/95; sarebbe
veramente da irresponsabili mettere a repentaglio un risultato storico e
consolidato che riguarda la parte più ampia e strategica dei giacimenti
del carrarese.
Il nuovo testo quindi non potrà che recitare, come
già il testo della l.r. 78/98: “La presente legge si applica anche agli
Agri Marmiferi dei Comuni di Massa e di Carrara, per quanto non in
contrasto con la legge regionale 5 dicembre 1995, n.104 (Disciplina
degli Agri Marmiferi di proprietà dei Comuni di Massa e di Carrara)…”
La nuova normativa regionale potrà invece affrontare, tra l’altro, il
tema dei giacimenti situati in terreni intestati a società o a cittadini
privati, materia di competenza delle regioni a seguito della riforma
del titolo V della Costituzione (legge costituzionale n. 3/2001).
Forte delle ragioni storiche portate dal Prof. Conte per i beni estimati
di Carrara, ma soprattutto delle ragioni di interesse pubblico
economico, locale e regionale, connesse alla valorizzazione della
principale risorsa del sottosuolo presente nel territorio della Toscana,
la Regione potrà legiferare disponendo il passaggio dei giacimenti
marmiferi industrialmente utilizzabili alla categoria delle miniere in
applicazione del’art 3 del R.D. 29/07/1927, n. 1443.
In tal
senso ha già operato la Regione Calabria con legge che ha superato il
vaglio della Corte Costituzionale senza che il governo eccepisse
alcunché nel merito della piena competenza regionale in materia.
QUALE GESTIONE PER LE CAVE ACQUISITE AL PATRIMONIO PUBBLICO ?
Il fallimento delle politiche concertative, non solo per quanto
riguarda la congruità dei canoni e del loro pagamento, ma avendo a
riferimento innanzitutto gli aspetti occupazionali, ambientali e
sociali, richiede il superamento di pratiche politico-amministrative
riservate alle élites politiche ed economiche e l’apertura a nuove
esperienze rivolte alla più ampia partecipazione popolare e al controllo
dei lavoratori.
I movimenti per l’acqua pubblica-bene comune hanno
avanzato proposte utili anche per la valorizzazione di altre risorse
naturali diverse dall’acqua, come il marmo. Tali proposte non hanno
ancora trovato risposta nell’ordinamento vigente, anzi!
E’
necessario che la Regione Toscana vada oltre le timide e insufficienti
forme partecipative, meglio dire consultive, previste dalla normativa
regionale, per fare un passo verso il superamento della situazione di
esclusione e spossessamento delle collettività locali e dei lavoratori
da qualsiasi voce in capitolo sull’uso e sulla destinazione della
risorsa.
Inoltre una gestione pubblica e democratica della risorsa
non può prescindere da politiche attive che impediscano il crearsi di
posizioni di monopolio e di oligopolio e deve favorire lo sviluppo
dell’occupazione locale attraverso concrete azioni a sostegno della
ripresa e dello sviluppo della filiera locale.
Per questo si
ripropone l’esigenza della istituzione di un soggetto economico,
pubblico e democratico che indirizzi e sostenga la trasformazione e che
svolga una funzione di garanzia nel campo del commercio; insomma una
grande azienda pubblica, trasparente e sottoposta a forme di controllo
democratico e popolare, che sia uno strumento finalizzato alla ripresa
dell’economia e della cultura del marmo in tutto il territorio delle
Alpi Apuane.
Esistono a Carrara, a Massa e sulle Apuane movimenti e
forze organizzate che possono mobilitarsi e muoversi nella direzione di
porre all’ordine del giorno un cambio di marcia in questo senso.Il
convegno del 20 giugno vuol essere un passo verso la costruzione di
questo movimento.
Venne infine un tempo in cui tutto ciò che
gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di
scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle
stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate,
donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate - virtú, amore,
opinione, scienza, coscienza, ecc. - tutto divenne commercio. Questo è
il tempo della corruzione generale, della venalità universale.
Karl Marx (1847) Miseria della filosofia